BRUNO CIAPPONI LANDI
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PUBBLICAZIONI E PRESENTAZIONI

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1998 - Pubblicazioni
 
Valli alpine ed emigrazione. Studi, proposte, testimonianze, Ciapponi Landi Bruno (a cura), Museo Etnografico Tiranese, Sondrio 1998, p. 191
 
   
 
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Libero della Briotta 1925/1985. Scritti di emigrazione e documenti fotografici, Ciapponi Landi Bruno (a cura), Museo Etnografico Tiranese, Sondrio 1998, p. 140
 
   
 
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Camillo 80 [per gli ottant'anni di padre Camillo de Piaz], , Chimera, Milano 1998, p. 69
 
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Ritratti [Bruno Ciapponi Landi] in "La provincia di Sondrio" 15.11.1998, Monizza Gerardo, La provincia di Sondrio, Como 1998, p. 10 so
 
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Città di Tirano. Calendario della banda cittadina 1999, Ciapponi Landi Bruno (a cura non indicata), Banda Cittadina Madonna di Tirano, Sondrio 1998, p. 16 n.n.
 
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Arriva il vescovo, il dibatito si scalda, in "La provincia di Sondrio" 22.5.1998, BIANCOTTI Paola, La provincia di Sondrio, Sondrio 1998, p.
 
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Ciapponi Landi: "La città non si dividerà", in "Centro Valle" 17.5.1998, CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.
 
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Il parere di Bruno Ciapponi Landi, in "La provincia di Sondrio" 24.5.1998, MONIZZA Gerardo, intervista a Bruno CIAPPONI LANDI, La provincia di Sondrio, Sondrio 1998, p. 3
 
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Tirano: un referendum per la Basilica?, "Eco delle valli" 16.5.1998, RUSSO Rossana, , 1998, p.

L'intervento. I difficili rapporti con la Diocesi problema strutturale, "La provincia" 11.7.1998, p.1 , CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.

"Guerra santa" che esagerazione, in "Centro Valle" 7.6.1998, CIAPPONI LANDI Bruno e Camillo DE PIAZ, , 1998, p.

Ufficializzata la posizione della Curia sul contenzioso fra stato e chiesa, "Il Giorno" 24.5.1998, QUARONI Marco, , 1998, p.
 
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Tirano. Ciapponi Landi precisa le dichiarazioni, "Il Giorno" 27.5.1998, CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.

Ciapponi Landi: la città, CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.

Il Vescovo e il Santuario, "Il settimanale" 9.5.1998, d.CC [ don Carlo Calori], , 1998, p.
 
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Ciapponi: "Spero che la concessione a padre Camillo sia estesa a tutti i Serviti", "La provincia" 9.5.1998, CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.

Santuario della Madonna o della discordia?, "La provincia" 9.5.1998, BELLORA Enrico, , 1998, p.
 
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Ciapponi: Padre Camillo è stato messo arbitrariamente alla porta del Santuario, "La provincia" 18.4.1998, CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.
 
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Lettera aperta a mons. Maggiolini. Perché impedire a padre Camillo di celebrare in basilica? "La provincia" 11.4.1998, CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.

Echi culturali dalla Valtellina, Bormio e Valchiavenna, in "Quaderni Grigionitaliani", CIAPPONI LANDI Bruno, , 1998, p.
 
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[La mostra antologica di Mario Negri], in "Notiziario della Società Storica Valtellinese" (Suppl. al Bollettino n.41 - 1988), [CIAPPONI LANDI Bruno], , 1998, p.



1998 - Presentazioni
 
Pola Aldo, Tozzi Dante, Voci e locuzioni idiomatiche del dialetto tiranese/ Remo Bracchi, Profilo del dialetto di Tirano, Ciapponi Landi Bruno, Comune e Comunità Montana di Tirano, Fondazione Pro Valtellina, Villa di Tirano SO 1998, p. 218
 
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Testo della presentazione C'è stato in questi ultimi anni un generale risveglio di interesse per i dialetti che nella nostra provincia si è concretato in una fioritura di lavori, taluni persino di rilievo scientifico internazionale come il "Vocabolario dei dialetti della Val Tartano" di Giovanni Bianchini (1994) e il "Vocabolario etimologico grosino" di Gabriele Antonioli e Remo Bracchi (1995). In questo quadro Tirano costituisce un vero e proprio "caso" per varietà e numero delle iniziative e quale sede designata di quell'Istituto di ricerca sulla dialettologia e l'etnografia delle valli dell'Adda e della Mera il cui progetto prese corpo e venne presentato in occasione dell'inaugurazione della Biblioteca della montagna lombarda istituita presso la nostra biblioteca civica. Prima di questo recente interesse non sono stati in molti a occuparsi del dialetto di Tirano. Il primo a farlo in modo organico fu il sacerdote Pietro Monti che nel suo "Vocabolario dei dialetti della città e diocesi di Como" (1845) introdusse un buon numero di vocaboli raccolti a Tirano con la collaborazione del prevosto don Carlo Zaffrani e del notaio Giuseppe Quadrio. Poi , nel 1966, a interrompere il secolare silenzio giunge la tesi di laurea di Marta Mottana sui dialetti di Teglio e di Tirano (rimasta inedita, ma disponibile nelle biblioteche) e, l'anno seguente, il volume di Riccardo Tognina "Lingua e cultura della valle di Poschiavo" in cui la terminologia dialettale della valle è sistematicamente comparata con quelle di Tirano e di Livigno. Nel 1973 , quasi contemporaneamente, sorsero a Tirano il "Museo Etnografico Tiranese" e l’"Associazione Glicerio Longa per lo studio della cultura alpina" i cui interessi coinvolgevano largamente lo studio del dialetto: il museo soprattutto per la terminologia legata agli oggetti della raccolta, l'associazione per più specifica finalità divulgativa e di ricerca. Non a caso fra le prime iniziative condotte congiuntamente dai due sodalizi vi fu, nello stesso anno, la ristampa del "Vocabolario bormino" del Longa, il primo lavoro del genere pubblicato su un dialetto della nostra provincia. Ma a rendere Tirano un caso, nell’ambito degli studi sul dialetto, sono però le iniziative recenti: il "Dizionario Tiranese - Italiano" di Cici Bonazzi giunto a tre edizioni fra il 1993 e il 1996, questo lavoro di Dante Tozzi e Aldo Pola e quello di prossima pubblicazione della maestra Maria Grazia Fiori. Circa il primo merita ricordare che è il frutto della passione per la lingua del paese natale di un geometra tiranese trasferitosi dapprima a Trieste e quindi emigrato in Australia, una raccolta importante anche per il valore di testimonianza di legame profondo con la cultura d’origine, oltre che valida fonte per vocaboli caduti in disuso. Questo libro nasce invece da una collaborazione fra due uomini di scuola con caratteristiche diverse, ma complementari. Aldo Pola, di famiglia tiranese di antica tradizione, ha però la madre di Montagna, località presso Sondrio con un dialetto assai caratterizzato, circostanza che certo lo avrà aiutato a cogliere fin da bambino le diversità, quanto meno di inflessione, tra la parlata paterna e quella materna e forse a fare nascere in lui quell’interesse per le caratteristiche proprie dell’identità tiranese di cui era un conoscitore e un custode geloso, attento e appassionato. Il 'percorso linguistico' di Aldo Pola parte dunque dal dialetto e passa all’italiano quando intraprende gli studi, dapprima liceali e quindi magistrali che gli lasceranno anche una valida conoscenza e una grande passione per il latino. L’italiano sarà poi costantemente materia d’insegnamento nei suoi trentacinque anni di servizio scolastico. Per Dante Tozzi, che giunge a Tirano da Ardenno bambino di soli otto anni, il dialetto tiranese è un’acquisizione, ma certo neppure lui avrà tardato a cogliere le differenze fra la parlata familiare e quella del paese che sarebbe diventato definitivamente il suo e a memorizzare, con le capacità caratteristiche dell’infanzia, frasi, pronuncia, vocaboli sconosciuti. Anche per lui l’italiano è dapprima fondamentale materia di studio e poi, per anni, altrettanto fondamentale materia di insegnamento. In più Tozzi studia la lingua tedesca che pure insegna con riconosciuta capacità e passione. Sia Pola che Tozzi (come pure Bonazzi) sono autori di poesie dialettali, pubblicate quando già stavano lavorando o, quanto meno pensando, a questo libro. Qui l’impegno è meno letterario e più scientifico. I due autori hanno voluto guardare al dialetto tiranese da una particolare angolazione, espressa nel titolo "Voci e locuzioni idiomatiche", cioè parole, espressioni caratteristiche e modi di dire, un materiale estremamente interessante in quanto -persino più del vocabolario- capace di rivelare la cultura, l'anima più intima, di un popolo e di un paese. Il lavoro dei due ricercatori tiranesi pubblicato in questo libro è preceduto da un saggio di don Remo Bracchi, docente di Storia della lingua greca e latina al Pontifico Ateneo Salesiano di Roma, filologo e glottologo internazionalmente noto soprattutto per i suoi studi di dialettologia. Consulente del Museo Etnografico Tiranese e sostenitore di tutte le iniziative di studio del dialetto, non si sarebbe sottratto -si era certi- alla richiesta di un testo introduttivo, ma egli ha voluto andare ben oltre delineando addirittura il "Profilo del dialetto di Tirano" che compare in apertura del volume. Da ciò ci pare lecito dedurre un riconoscimento per lo stato e la qualità degli studi sul dialetto di Tirano e in particolare per questo lavoro. Un riconoscimento che si estende anche a quanti hanno concorso alla sua pubblicazione. Un rammarico resta. Aldo Pola non c'è più, se n' è andato consumato da un male inesorabile affrontato con fede serena e grande dignità. Non è retorico, a ben pensare, affermare che in questo libro sopravviva una parte di Lui ed aleggi un po' di quella sua autentica "anima tiranese". Bruno Ciapponi Landi Direttore del Museo Etnografico Tiranese
 



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