Giovanni Battista Merizzi nacque a Sondrio il 3 settembre 1918, secondogenito di Giovanni, avvocato e deputato al Parlamento e di Berenice Sarcinelli. Perduta la madre in giovane età iniziò gli studi superiori a Venezia, ospite di una zia materna e li proseguì nel collegio “Mare e monti” di Ruta di Camogli, concludendoli nel liceo ginnasio Piazzi di Sondrio. Era studente di giurisprudenza nel 1941, quando venne chiamato alle armi. Nel 1943 l’armistizio lo trovò militare a Vicenza. Catturato dai tedeschi e avviato in Germania, riuscì a fuggire, raggiungere Sondrio e, attraverso la Val di Togno, riparare in Svizzera dove fu accolto nel campo profughi di Ginevra dove riuscì a frequentare la Facoltà di giurisprudenza che alcuni docenti universitari, fra cui il giurista Francesco Carnelutti, anch’essi fuoriusciti, avevano organizzato per consentire a migliaia di giovani sbandati italiani di proseguire gli studi. Nello stesso campo avevano trovato rifugio personaggi quali Giorgio Strehler, Dino Risi, Ernesto Rossi. Rientrato in Italia dopo la liberazione, si laureò all’Università di Pavia e proseguì l’attività dell’affermato studio sondriese del padre, di cui era rimasto l’unico figlio dopo la morte in guerra (1941) del fratello Giacomo Antonio. Aderente al Partito Socialista Italiano fu consigliere comunale a Sondrio e per diverso tempo membro della Giunta Provinciale Amministrativa. Fu chiamato dalla fiducia dei colleghi alla presidenza dell’Ordine degli avvocati (1974 - 1986) e presiedette anche l’Azienda Autonoma di Soggiorno della Valmalenco, dove nel 1970, ebbe parte attiva alla promozione del Museo storico etnografico naturalistico e mineralogico della Valmalenco. Presiedette anche una sezione della Commissione Tributaria e dal 1974 fu consigliere della Fondazione Pro Valtellina, che presiedette poi dal 1981 al 1991. È mancato serenamente a Sondrio, quasi centenario, il 4 aprile 2017 con la soddisfazione di vedere il figlio Gianluca continuare in quarta generazione l’attività forense nello studio di famiglia aperto dal nonno Giovanni Battista nel 1858.