Pio Sertoli (Sondrio1878 - 1964) figlio primogenito dei nobili Carlo Sertoli e Teresa Donegani di Monte Stelvio (pronipote dell’ingegnere bresciano che progettò l’ardito tracciato e diresse i lavori della strada militare dello Stelvio). La nonna paterna, Elisabetta Guicciardi, aveva sposato in prime nozze Omobono Pelosi, il ricchissimo podestà e grande benefattore dell’ospedale di Sondrio, mentre lo zio Francesco, avendo sposato l’ultima contessa Salis di Tirano, era diventato il capostipite del nuovo ramo dei conti Sertoli Salis. La sorella Ida aveva sposato il viceconsole d’Italia a Bombey e la sorella Carolina il futuro generale medico Roberto Landriani, figlio di una Lavizzari di Mazzo.
Don Pio (così era chiamato in ossequio ai regolamentari quarti di nobiltà ), era stato volontario nel corpo militare della Croce Rossa Italiana impegnata nel 1908 nel soccorso ai terremotati di Messina. Nel 1911 aveva partecipato alla guerra di Libia e quindi alla prima guerra mondiale. Quando fu congedato le sue ottime note di servizio indussero il Commissariato della CRI a proporgli di rimanere negli effettivi del corpo, ma la sua presenza era necessaria in famiglia presso la quale fece ritorno. Fra il 1924 e il 1927, insieme ad un socio, divenne agente generale dell’INA per la provincia di Sondrio e il mandamento di Bellano. Fu fabbriciere della collegiata di Sondrio e colonnello della riserva della Croce Rossa di cui presiedette a lungo il Comitato provinciale sondriese che aveva sede nel suo palazzo di piazza Quadrivio.
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