BRUNO CIAPPONI LANDI
Ricerca nel sito:
 
BLOG

I 50 ANNI DEL GIORNO, Padre De Piaz.... sabato 2 settembre 2006
IL GIORNO/SONDRIO sabato 2 settembre 2006 p. 2 -Sondrio

I 50 anni del giorno. Testimoni. Padre De Piaz "Voce semocratica dopo gli anni bui".
di Bruno Ciapponi Landi

TIRANO - Camillo De Piaz, frate dei Servi di Maria figura di spicco del mondo cattolico progressista milanese della seconda metà del Novecento, vive a Madonna di Tirano dove è nato nel 1918.
Ha al suo attivo una intensa attività pubblicistica, di traduttore dal francese e lettore per Mondadori e per altri editori nazionali. Molti suoi scritti e le prediche sono stati raccolti in alcuni libri. Con Davide Turoldo ha fondato e diretto per anni a Milano il centro culturale Corsia dei Servi. E’ un testimone oculare della nascita e dei primi passi de Il Giorno e dell’ambiente socio-politico che lo ha ideato e prodotto

Dove era e cosa faceva nel 1956 quando nacque Il giorno?
"Nel 1956 ero ancora a Milano nel convento di San Carlo dove padre Davide Turoldo ed io eravamo stati assegnati nel 1941 perché proseguissimo gli studi all’Università alla Cattolica. Avevamo appena lasciato alle spalle la dolorosa esperienza della guerra. Milano era ancora segnata qua e là dalla case crollate dentro se stesse a seguito dei bombardamenti. La vita quotidiana era ormai normalizzata e la cappa opprimente del regime che avevamo sopportato per due decenni era ormai solo un ricordo. La domenica Davide ed io predicavamo in Duomo alla messa delle 12,30 e ci occupavamo già attivamente di quello che più tardi sarebbe diventata la libreria con l’annesso centro culturale della Corsia dei servi (dal vecchio nome di corso Vittorio Emanuele),
In quegli anni ero iscritto come pubblicista all’Ordine dei giornalisti e mi occupavo, fra l’altro, del periodico milanese di Gioventù Studentesca, circostanza che mi portava a frequentare varie tipografie, da quella in cui durante la Resistenza stampavamo clandestinamente L’uomo (il giornale che avevamo fondato con Dino Del Bo, Mario Apollonio, Gustavo Bontadini) alla grande tipografia della Gazzetta dello sport in cui si stampava Il Giorno."

La redazione sarà stata altrove….
"Naturalmente, ma allora i cronisti e i giornalisti erano molto presenti anche in tipografia, non di rado la notte. Andavo spesso anche in redazione per incontrare Gaetano Baldacci, il primo direttore che avevo conosciuto durante la Resistenza e poi, ancora più assiduamente, quando la direzione passò a Italo Pietra di cui ero amico."

Che impressione ebbe di questo nuovo giornale?
"Era la naturale prosecuzione degli eventi che avevamo appena vissuto, il concretarsi del pluralismo, proprio, di quella democrazia che ci era mancata per anni e che avevamo appena riconquistata e non era senza significato che ciò avvenisse ad opera di un uomo della Resistenza, Enrico Mattei.
La novità era nel modo nuovo di fare giornalismo, la grande attenzione ai fatti locali, cosa inimmaginabile fino allora per un quotidiano nazionale. E Il giorno fu anche un vivaio di giornalisti, molti dei quali destinati a fare carriera, si pensi ai critici Roberto De Monticelli per il teatro, a Morando Morandini per il cinema; a Marco Nozza, a Giorgio Bocca a Ettore Masina, a Corrado Staiano, per stare fra gli amici…"

E quando tornò in Valtellina…?
"Nei primi tempi diversi amici del Giorno vennero a trovarmi nel convento di Tirano, soprattutto gli inviati impegnati in qualche servizio sulla valle, come Nozza, Bocca e Masina, e collaborai anche in qualche loro servizio-inchiesta, ma poi ripresi a frequentare Milano.
Più tardi fu Il giorno a venire in Valtellina con l’apertura della redazione sondriese affidata all’amico Marino Balsimelli, scomparso da poche settimane."

29/09/2006 - 22:03
  Biografia | Attività | Pubblicazioni e presentazioni | Blog | Associazioni ed enti | Persone e cose | Link | Contatti
Privacy policy | Cookies policy
 
  BRUNO CIAPPONI LANDI  
Smartware