Nacque il 4.12.1929 a Roma, dove il padre, impiegato statale, estendeva i suoi interessi all’Arciconfraternita dei Lombardi di San Carlo al Corso, come stretto collaboratore del cardinale Camillo Caccia Dominioni (al punto di figurare al suo fianco nel mosaico che lo ritrae nella storica sede). Ultimo della figliolanza, aveva meno di quindici anni quando la guerra spinse la famiglia a lasciare la capitale per trasferirsi nella vecchia grande casa di Ponte. La scoperta della vita di paese e del mondo contadino segnò fortemente la sua infanzia anche se, a fine guerra, la famiglia tornò a vivere nella capitale dove Riccardo, dopo gli studi, trovò occupazione nel ramo delle assicurazioni nel complesso campo della divisione dei rischi e sposò una collega. Era poco oltre la luna di miele quando la moglie morì. La tragedia lo indusse a lasciare l’occupazione e a fare ritorno nella piccola patria degli avi. Per qualche anno insegnò a Chiavenna dove ebbe  anche parte attiva in un sodalizio culturale locale prima di assumere, per conto della Provincia di Sondrio, la direzione della Colonia marina “Ezio Vanoni� di Loano. Successivamente, passò alla direzione dell’Assessorato provinciale all’Istruzione e alla Cultura, vivendo fra Sondrio e la casa di Ponte dove venne chiamato alla presidenza della biblioteca e dell’annesso museo etnografico. Per il Comune curò anche alcuni libri sulla vita amministrativa del passato. Si era cimentato anche nella poesia ed aveva tenuto una rubrica su un giornale locale con lo pseudonimo “Lo Spazzino�. Più tardi ne tenne una per la televisione locale dell’amico Giuseppe Mambretti. Erano elzeviri in voce in cui mostrava una certa grinta critica che lo avevano fatto apprezzare. Nobile per censo era un signore nell’animo, distinto, ma democratico nel rapporto con gli altri era per questo amato anche dagli umili. Negli ultimi anni era stato segretario della Casa di Riposo Madonna della Neve di Chiuro.