BRUNO CIAPPONI LANDI
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I 50 ANNI DEL GIORNO,Testimoni: Albina Olivati, giovedì 28 settembre 2006
IL GIORNO/SONDRIO giovedì 28 settembre 2006 p. 2 - Valtellina primo piano

TESTIMONI Albina Olivati, giornalista del Giorno
Dalla radio libera del Gim a prima donna alla guida della redazione locale
di Bruno Ciapponi Landi


SONDRIO - Albina Olivati potrebbe essere considerata un’apolide lombarda se non avesse instaurato con Sondrio il legame irrevocabile di chi vi ha trascorso gli anni irripetibili della giovinezza e della formazione. Nata ad Arona da genitori dell’Oltrepò pavese (il padre è di Stradella, la località più emiliana della Lombardia), vi giunse nel 1963 giusto in tempo per iniziare le scuole superiori. La professione del padre, capostazione principale nel capoluogo, e abitare in una stazione, deve avere influito sulla sua straordinaria facilità di rapporti oltre che sulla scelta di frequentare l’università senza lasciare casa e spostandosi rigorosamente in treno fino alla laurea in lingue e letterature straniere.
Per qualche anno ha insegnato nelle scuole medie di alcune località della provincia poi una sorta di destino, più che la consapevolezza di una vocazione, l’ha fatta approdare al giornalismo, esperienza che ha iniziato nel 1975 a Radio Sondrio con Gim Mambretti e proseguito prima nella redazione sondriese dell’Ordine e dall’85 in quella – decisiva per la sua carriera – del Giorno, di cui è stata la prima responsabile donna e che ha lasciato nel 1992 per la sede milanese del quotidiano. E’ stata anche corrispondente della Rai. Superata una iniziale ritrosia all’intervista, perché dice : , ha accettato di rispondere alle domande sul suo rapporto con la valle in cui ha trascorso la maggior parte della sua vita,

Un ricordo particolare del lavoro in provincia di Sondrio?
"Quello che mi viene in mente per primo è un fatto tristissimo, al di là di Tresenda nell'83 e di Valdisotto nell'87. Riguarda un ragazzino in vacanza in Valfurva rimasto con un piede imprigionato fra i sassi del letto di un torrente. Chi era con lui non riuscì in alcun modo a salvarlo dall’assideramento. Tutto congiurò per quel tragico epilogo: le difficoltà a dare l’allarme (non c’erano ancora i telefonini), il maltempo che non permise all’elicottero della Sar di raggiungere da Linate la Valfurva… Fu una specie di Vernicino valtellinese. Dopo quella disgrazia nacque l'Elitellina."

Ci sono anche ricordi felici, spero?
"Naturalmente, tutti quelli della giovinezza, delle prime esperienze professionali, delle amicizie, La difficoltà semmai è di scegliere fra i tanti."

Immagino che molti dei ricordi felici siano legati al Giorno?
"Certamente, a cominciare dall’incarico di responsabile della redazione di Sondrio. La provincia è una grande scuola. Se sbagli ti vengono a suonare il campanello e io qualche volta ho sbagliato, ma sempre in buona fede e penso che sia stato anche capito."

Un’esperienza particolarmente importante?
"Direi i Campionati mondiali di sci alpino di Bormio del 1985 a cominciare dalle iniziative per ottenerli che li precedettero. Fu la prima volta che la Valtellina si organizzò per uscire decisamente dal suo guscio. Ricordo Mario Cotelli a Nizza con la carta geografica in mano a mostrare dove era la Valtellina ai membri del comitato di valutazione delle candidature. Un cinema."

Qualche ricordo dei colleghi della redazione sondriese del Giorno?
"La collaborazione nel tempo trasforma il rapporto professionale in qualche cosa di più e spesso lo modifica in amicizia. A Sondrio ho collaborato gomito a gomito in redazione per sette anni con Giuliana Cerretti, poi c’erano Giuliano Mevio per lo sport, Armando Trabucchi per l’Alta Valle, il Giorgio Del Grosso, che purtroppo non c'è più, per la Val Chiavenna. Ho di tutti loro e di quel periodo un caro ricordo. Ci siamo anche divertiti.

Cosa ti manca di Sondrio?
Il Cinema Excelsior. Ridi pure, ma è così. Era a una passo da casa mia, comodo da raggiungere e con una programmazione attenta da cineforum. Non importa se eravamo quattro gatti, alla sera mi trovavo, senza che ci dessimo appuntamento, col prof. Carlo Mola, informatissimo. Assieme commentavamo il film e non solo. Qui a Milano posso andare a tutte le prime che voglio, ma l’Excelsior e il Mola mi mancano."

Qualche altro ricordo legato all’Excelsior e alla tua passione cinefila?
"Certo, oltre alle stagioni di cineforum ci furono le tre edizioni di Lombardia cinema&TV promossa dal Comune e dalla Provincia di Sondrio con la direzione di Giulio Martini, collega di Rai 3. Fu un’occasione di approfondimento e anche di incontro con personalità del mondo cinematografico e televisivo, una serie di attori, critici, registi. Ricordo, fra le altre, la partecipazione di Mariangela Melato, Stefania Casini, Nelo Risi, Gian Luigi Rondi, Marco Tullio Giordana, Gabriele Salvatores, Franco Brusati, L’iniziativa trovò poi una continuità in Sondrio Festival, la mostra internazionale dei documentari sui parchi."

Che impressione hai della Sondrio di oggi?
"A dire il vero mi sembrava più vivace vent’anni fa. Ma forse è una cosa passeggera che cambierà. Veder piazza Garibaldi mi sconcerta: l'Albergo della Posta chiuso, il cinema Pedretti chiuso. Mancava solo avessero tolto la statua di Garibaldi e il servizio sarebbe stato completo."

05/10/2006 - 18:59
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